Ex ospedale psichiatrico di Volterra
(1887-1978)

Un insieme di edifici pericolanti e distrutti, abbandonati alla loro storia, spersi nel verde di un parco che guarda Volterra dall’alto: è ciò che rimane oggi dell’ex manicomio. Ovunque domina il degrado: dall’intonaco esterno (dove erano i graffiti di Nof4) ai mobili interni, dai letti ai termosifoni. All’interno delle loro mura fatiscenti e sotto i loro tetti scoperchiati continuano a trattenere le sofferenze ed il dolore di tutte quelle persone che lì dentro son state rinchiuse. Le lettere, che i pazienti scrivevano ai familiari durante la loro degenza in ospedale, non venivano considerate da parte dei medici, ma semplicemente raccolte nelle cartelle cliniche. Nel 1978 vennero pubblicate nel libro “Corrispondenza negata”, epistolario contenente tutte le lettere originali ed integrali. “Gli infermieri non devono tenere relazioni con le famiglie dei malati, darne notizie, portar fuori senz’ordine lettere, oggetti, ambasciate, saluti: né possono recare agli ammalati alcuna notizia dal di fuori, né oggetti, né stampe, né scritti…”: è un piccolo esempio di come era regolata la vita all’interno del manicomio.

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